Il “Dottore in Scienze Politiche” visto da Román Frondizi

Roman Frondizi

La dottoressa Rosana Angelica Botana e il Prof. Roman Frondizi

La Dottoressa Rosana Angelica Botana, Referente AIDOSP per l’Argentina e il Sud America, ha intervistato l’Avv. Román Frondizi, Presidente dell’Accademia di Dottori in Scienze Politiche della Repubblica Argentina.

Prof. Frondizi come vede oggi le Scienze Politiche nel contesto dell´establishment dei paesi europei e latinoamericani?

Non si può fare un paragone tra l´atteggiamento della classe dirigente sulle Scienze Politiche nell’Europa e nell’America Latina, sia per l’ineguale sviluppo istituzionale, sia per il divario nella formazione accademica e nell’esperienza pratica dei laureati nella vita pubblica. Tuttavia nel caso dei paesi europei si avverte una partecipazione molto più diffusa del Dottore in Scienze Politiche nel sistema politico e amministrativo rispetto a quella riscontrabile nei paesi latinoamericani.

Nell’attuale crisi del sistema democratico pensa che la Scienza Politica possa essere di aiuto per il miglioramento della qualità istituzionale? A Suo avviso c’è l´esigenza di assumere più Dottori in Scienze Politiche nei partiti politici e nei quadri della pubblica amministrazione?

La diversità dei problemi che affrontano i vari paesi, le differenti priorità alle quali devono rispondere i loro governi e la sufficienza o meno dei mezzi disponibili, rendono il quadro d’insieme complesso e diventa difficile fornire una risposta univoca, valida per tutti i paesi. Forse è più facile individuare paesi che hanno più bisogno di medici, docenti, ingegneri, dottori in agraria, etc.  Comunque, non c’è dubbio che sia auspicabile, anzi, indispensabile, un forte miglioramento della qualità dei quadri politici e dello Stato per quanto riguarda lo studio e le soluzioni possibili, concrete, ai vari problemi inerenti le esigenze di ammodernamento ed efficienza di entrambi settori della vita pubblica. L´esperienza dimostra che accanto ad un’alta preparazione professionale degli scienziati politici serve anche un forte attaccamento ai valori morali.

Come vede la situazione dell’Argentina dal punto di vista della corruzione nel sistema amministrativo e politico? Vede una strada risolutiva?

L´Argentina è una nazione potenzialmente ricca che vive da decenni un lungo processo di decadimento nel campo morale, politico ed economico. La causa è il deterioramento della sua classe dirigente, anzi, si potrebbe dire la quasi scomparsa della classe dirigente, sostituita da una classe dominante incapace di fare insieme ai propri interessi anche gli interessi generali del paese. Purtroppo questo processo si è manifestato sia sotto i governi militari (che sono stati di gran lunga i peggiori e anche in certi casi sinistri), che sotto i governi civili, tranne qualche riguardevole eccezione. Paradossalmente, questo fenomeno si verifica in un paese che produce tante validissime personalità nella letteratura, nella musica, nella medicina, nella religione, nella fisica, nel mondo del lavoro e della produzione. Quest’ultima circostanza, unita alle buone qualità umane della grande maggioranza della popolazione, vittima a volte di una specie di anestesia che la fa ricadere negli stessi errori, a causa di una strana miscela di ingenuità e di ignoranza, frutto del mito della “ricchezza dell’Argentina”, potrebbe indirizzare l’Argentina verso una strada diversa, magari più affine per la risoluzione dei suoi problemi; a questo scopo non servono né gli inetti né i corrotti. Serviranno invece uomini politici virtuosi, includendo i magistrati, capaci di rifondare lo Stato, di mettere innanzi l’interesse del popolo e non il proprio. Per loro, questo porterà o gloria o infamia. Comunque, premesso che si riesca, riemergere, dopo una decadenza di decenni, porterà via molto tempo.

Come considera la formazione accademica attuale della Scienza Politica in Argentina e nel Mercosur?

La situazione è diversa da paese a paese. Si potrebbe affermare, in termini generali, che in alcuni centri del Brasile e dell’Argentina, e anche dell’Uruguay, si lavora nell’ambito universitario ed accademico con molta professionalità, e qui spiccano esponenti di notevole valore. C’è il rischio, non facilmente superabile, dell’ideologizzazione e anche di un certo partitismo che può far oscurare il lavoro degli scienziati politici.

Che ne pensa della possibilità di collaborazione tra i Dottori in Scienze Politiche argentini e l’AIDOSP?

La vedo senz’altro possibile e utilissima, soprattutto per l’apporto di esperienze fatte in due mondi che, pur diversi, hanno tanti fortissimi punti di contatto umani e culturali derivanti dall’eccezionale presenza italiana in Argentina. Il lavoro e l’iniziativa degli italiani rappresentano dei pilastri fondamentali nella costruzione del paese. Non so se l’Italia di oggi, afflitta com’è dalle proprie gravi penurie, è consapevole di questo grande contesto storico-sociale.

Come pensa che un dottore in Scienze Politiche possa operare per dare valore aggiunto e guida alla collettività italiana in Argentina?

Bisogna evidenziare che gli italiani e gli argentini di origine italiana sono pressappoco la metà o anche di più della popolazione dell’Argentina. Comunque, la collettività in senso stretto, cioè gli italiani e gli italo-argentini, e più in generale tutti gli oriundi vincolati alle varie istituzioni italiane esistenti in Argentina, potrebbero, facendo tesoro delle proprie conoscenze ed esperienze, contribuire a rafforzare l’oggettività nell’osservazione e nel giudizio dei fenomeni della realtà politica e sociale, e a dare alle istituzioni repubblicane un adeguato e forte supporto nello sviluppo morale, sociale, culturale ed economico del paese. In questo scenario i Dottori in Scienze Politiche dovrebbero avere una vasta possibilità di espansione dei loro ruoli.

Come immagina il futuro della Scienza Politica nel XXI secolo?

Vedrei un futuro proficuo a condizione che la Scienza Politica sia capace di concretezza nell’apportare virtù agli uomini politici perché s’intendano dello Stato, la cui finalità morale, come ha insegnato il Gran Fiorentino, è il vivere politico e quindi la libertà concreta dell’uomo.

La ringrazio Prof. Frondizi e, a nome e per conto dell’AIDOSP, la saluto cordialmente nell’auspicio che si possa concretizzare una proficua collaborazione tra i Dottori in Scienze Politiche Argentini e Italiani, nell’esclusivo interesse di due grandi Nazioni.

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